La cucina non è più solo una stanza da cui arriva il cibo, ma è diventata un oggetto del desiderio. Come sarà la cucina del futuro? Le interessanti riflessioni di Patrick Riedemann, Head of Consumer Intelligence, BSH Hausgeräte GmbH.
“Ci prefiggiamo l'obiettivo di regalare alle persone il dono del tempo e della libertà.”
Negli ultimi 100 anni si è sviluppato uno spiccato spirito pionieristico. Quali sono le forze trainanti fondamentali di queste innovazioni tecnologiche?
Sono un ricercatore e mi occupo di studiare i clienti, quindi osservo il progresso dal loro punto di vista. Cerchiamo di capire quali sono i bisogni sottostanti che li spingono ad agire. Non ci limitiamo ad osservare solo ciò che fanno per identificare i problemi da risolvere. Prima di tutto si tratta di capire perché cucinano e cosa li motiva: come possiamo usare la tecnologia per consentire alle persone di realizzarsi, di vivere appieno la propria libertà e di essere creativi? Negli ultimi 100 anni abbiamo fatto passi da gigante.
Come fate a scoprire tutto questo?
Per esempio organizzando gruppi di lavoro di "cocreazione". Riuniamo designer, clienti e sviluppatori. Lavoriamo insieme per trovare soluzioni in sintonia con ciò che li guida e con le loro emozioni più profonde.
Si può fare domanda per questi tipi di lavoro?
Prendiamo noi l'iniziativa per avvicinarci alle persone da cui possiamo imparare molto. Ci chiediamo: chi potrebbe essere un interlocutore stimolante che ci spinge a superare i nostri limiti? Sicuramente i food blogger, gli chef professionisti, ma soprattutto i nostri clienti, che ci pongono di fronte a problemi concreti e desideri che scaturiscono dalla loro passione per la cucina.
Come si possono conciliare requisiti così diversi come "cultura della cucina istantanea", "tendenze alimentari salutari" o "voglia di creatività"?
Effettivamente questa è un bella sfida. Specialmente perché non ci sono differenze solamente tra persone. I desideri e le richieste stesse di ogni individuo possono variare. Le esigenze cambiano a seconda della situazione di ciascuno: durante la settimana lavorativa potrei aver bisogno di un modo semplice e veloce per consumare un pasto senza fare troppa fatica. Nel fine settimana, trasformo intenzionalmente la mia cucina in un ambiente in cui posso rilassarmi, ritrovare la mia interiorità, esprimermi e creare qualcosa con le mie mani. Oppure scelgo la cucina come luogo in cui stare con familiari o amici. Nella mia cucina devo essere in grado di fare entrambe le cose. È il cuore della casa, perché evoca molte emozioni e risponde a esigenze diverse.
Come è cambiata l'importanza attribuita alla cucina nel corso dell'ultimo secolo?
Per molto tempo, la cucina è stata considerata il luogo in cui soddisfare un bisogno primario: mangiare. Ma storicamente era anche il luogo in cui ci si trovava attorno al fuoco, dove si riuniva la famiglia. Nel periodo del Bauhaus, la metafora della macchina e della funzionalità ha assunto un ruolo di primo piano insieme all'interrogativo di come ottimizzare i flussi di lavoro migliorando l'ergonomia. Negli ultimi 150 anni, il ruolo delle donne è profondamente cambiato. Ciò ha contribuito ad aumentare l'importanza dello sviluppo degli elettrodomestici. Le donne sono state liberate dal peso dei lavori domestici. a volte molto gravosi.
Negli ultimi decenni, la direzione intrapresa suggerisce che la cucina non dovrebbe più essere un ambiente separato che nasconde chi sta cucinando. Così siamo arrivati all'unione di cucina e soggiorno, per creare un luogo di incontro e di socialità per tutta la famiglia. Molto recentemente, la cucina si è trasformata ancora fino a diventare un luogo dove le persone possono creare, andando oltre il mero consumo. Porta le persone a contatto con la natura attraverso ingredienti naturali, è un luogo dove è possibile svolgere attività pratiche. Per molti, questa è un'esperienza di grande soddisfazione, con un alto valore emotivo.
In che misura i food blogger considerano la cucina come una sorta di area giochi volta alla sperimentazione?
Cucinare vuol dire esprimere la propria creatività. Non si tratta solo del senso del gusto, ma di una presentazione esteticamente piacevole. Le persone oggi condividono tutto questo non solo con amici e familiari, ma soprattutto su Internet. Sprona le persone e dà loro una direzione. Tramite il cibo puoi anche fare una dichiarazione di natura etica: guarda, mangio in modo sano e sostenibile. Lo uso come espressione di ciò che è importante per me, dei miei valori.
E che ruolo ha la connettività?
Tutto sommato, nella storia dell'umanità gli elettrodomestici hanno fatto risparmiare fatica a molte persone, portando loro in dono il tempo. In un mondo ideale, l'Internet delle Cose avrà lo stesso effetto. Ci chiediamo come poter sfruttare la tecnologia per rendere la vita di tutti più facile e piacevole, con minor fatica. Il nostro obiettivo è trasformare i desideri in realtà e restituire alle persone il tempo che possono dedicare a ciò che amano fare.
Come sarà la cucina del futuro?
Sono un umanista. Sogno che le persone siano ancora più capaci di valorizzare al massimo il proprio talento e fare ciò che per loro conta davvero. La tecnologia passerà sempre più in secondo piano. Idealmente, regalerà del tempo alle persone. Se guardiamo indietro di 100 anni, le persone erano soggette a forti vincoli. Non avere un fornello a gas e dover accendere il fuoco prima di cucinare; dover lavare il bucato in un fiume invece di metterlo in lavatrice. Queste sono tutte limitazioni che non esistono più. La mia visione è questa: possiamo sfruttare ancora di più il potenziale della creatività umana grazie anche alla tecnologia, che non ci inibisce ed anzi esalta la nostra libertà.