Nelle occasioni di festa, chi non ama stappare una bottiglia e godersi un bel bicchiere di bollicine? Non tutti, però, sanno che i vini frizzanti sono anche l'ideale per dare risalto a piatti dolci e salati.
Champagne, Crémant, Sekt, Spumante, Vinho espumante o Cava: ogni nazione nota per i suoi ottimi vini ne ha anche una versione frizzante. Il più famoso è certamente lo Champagne, che si ottiene dalla pressatura di uve da Chardonnay, Pinot Noir e Pinot Meunier, secondo regole rigorose. Oltre al metodo di produzione dello champagne, esistono processi ancor più regolamentati e protetti, che condividono il medesimo obiettivo: produrre vini aromatici e meravigliosamente frizzanti.
"Champagne, Crémant, Cava e Sekt sono ottimi da degustare", afferma Léa Linster, "ma i vini frizzanti presentano anche diversi vantaggi in cucina, perché gli aromi, le bollicine e l'acidità che li caratterizzano possono alterare determinate preparazioni in maniera deliziosa".
Un frizzante piacere
L'anidride carbonica è ciò che causa la presenza di bollicine nel bicchiere. A seconda della varietà, i vini frizzanti vengono prodotti in tini resistenti alla pressione o tramite fermentazione in bottiglia e, se usati come ingredienti, influiscono sulla consistenza e sul sapore dei piatti. Vini come il Sekt, aggiunti a una zuppa, salsa o pudding appena prima di servire, li rendono spumosi e delicati. Inoltre, a seconda della varietà, regalano lievi note di frutta, noci, caramello o lievito, lievemente acidule.
"Nella pastella di crêpes, waffle, torte e pasticcini, alcol e anidride carbonica fungono da agente lievitante, conferendo leggerezza e succosità. Basta pochissimo vino per ottenere l'effetto desiderato". Lasciare che champagne e altri vini frizzanti perdano tutta la loro frizzantezza nel calore del forno o di una pentola, però, sarebbe un peccato. La regola d'oro dice: in pentola basta un bicchiere, due sono già troppi.